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Storia della Comunicazione

15/02/2025 10:10

Domenico Albanese

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Storia della Comunicazione

Dalla Preistoria ai media moderni: un viaggio nell'evoluzione della comunicazione umana attraverso secoli di innovazioni e cambiamenti.

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La Preistoria
Nella preistoria, dai 50.000 – 10.000 anni fa, ci sono state lasciate diverse testimonianze di comunicazione, come utensili, sculture, dipinti e artefatti, che inizialmente gli studiosi ritenevano appartenessero ad antichi rituali, ma con studi più approfonditi si è capito che le civiltà antiche usavano diversi simboli per descrive e tramandare informazioni sull’ambiente in cui vivevano e questi possono essere definiti come i primi “media”, le prime testimonianze di scrittura.


Con la nascita delle prime civiltà (Sumeri ed Egizi) si sostiene che proprio in questo periodo nascano le prime forme di scrittura, le persone non sono più influenzate da nuove scoperte ma da una reinterpretazione dal punto di vista comunicativo, è stato dimostrato infatti grazie a diversi scavi archeologici che le società del passato prendevano nota degli scambi commerciali e dello sviluppo economico su dei piccoli mattoncini in terracotta grandi circa 3cm, composti da ideogrammi (Segni convenzionali che non hanno alcun legame iconico con ciò che rappresentato), la nascita di quest’ultimi si attesta agli inizi del 3500 a.C. in Mesopotamia, e si può considerare come il primo caso di scrittura tridimensionale astratta, che con il passare del tempo e delle mutazioni socio-economiche si evolve in scrittura bidimensionale.


Gran parte di quello che sappiamo oggi lo dobbiamo allo studioso Harold Inns che sosteneva che le civiltà antiche avevano un orientamento culturale legato a spazio e tempo a seconda del medium dominante, in Egitto troviamo la pietra (Legata al tempo) un medium durevole, con il passare del tempo si evolve con l’avvento del papiro (Legato allo spazio) pianta molto comune sul delta del fiume Nilo, permise di ampliare e migliorare l’utilizzo della scrittura

 

Sulle teorie di Inns proseguì un altro studioso, Marshall Mcluhan, che sviluppa la teoria dei media caldi (Si fissano i contenuti e costituiscono una forma di comunicazione stabile, i lettori leggono o guardano senza modificare nulla) e dei media freddi (Danno spazio al pubblico per modificare i messaggi, e sono sempre diversi grazie alla sua partecipazione), grazie agli studi effettuati da Inns.

 

La comunicazione scritta è un elemento fondamentale per tutte le civiltà antiche, ad eccezione degli Incas che non conoscevano la scrittura, ma usavano un metodo di comunicazione insolito, il Quipu ovvero una serie di corde di diversa lunghezza e colore che venivano intrecciate permettendo di creare informazioni, è importante però ricordare che le altre principali civiltà precolombiane come i Maya o gli Aztechi conoscevano e comprendevano bene l’uso della scrittura.


La tradizione della scrittura nel mondo occidentale


Con l’avvento dei primi sistemi di scrittura ci fu un enorme passo avanti nella comunicazione, i primi testi venivano utilizzati a scopo economico e politico, i segni venivano riprodotti e rappresentavano Idee, Oggetti e Azioni.

Nel tardo periodo preistorico, soprattutto in Egitto e Babilonia, la scrittura ebbe una evoluzione e divenne acustica, i geroglifici e la scrittura cuneiforme iniziavano ad assumere il significato della parola pronunciata. 

Da questa evoluzione intorno al 1500 a.C. si sviluppa l’alfabeto fenicio, composto da 22 caratteri, ciascuno collegato a diverse sillabe possibili, il processo di lettura era lento, poiché ogni sillaba doveva essere tradotta non solo con il suono ma adattata anche al contesto in cui veniva utilizzata, ma iniziava già a prendere forma l’alfabeto che conosciamo noi oggi, le vocali invece furono aggiunte successivamente, quando i fenici iniziarono a commerciare con le varie civiltà dell’Asia Minore, creando una vera e propria proto scrittura.


Le conseguenze dell’alfabetizzazione in Occidente


Lo sviluppo dell’alfabeto permette di allargare gli orizzonti, e su di esso si fonda gran parte della nostra cultura, si ritiene infatti che la nascita della politica in Grecia sia dovuta proprio all’avvento dell’alfabetizzazione tra i cittadini, nelle varie leghe e pòlis greche quasi tutta la totalità delle persone sapeva leggere e scrivere e partecipava attivamente alle elezioni e alla legiferazione, la Grecia dunque sfida così l’élite mondiale dei grandi imperi dove gli unici a conoscere la scrittura erano gli Scribi ed i Sovrani, riuscendo a dare alla comunicazione un impronta culturale e non più gerarchica.


La Comunicazione nel Medioevo


La tradizione letteraria romana e greca si estingue, e l’Europa si suddivide in stati sostenuti dall’economia agricola, e l’alfabetizzazione diventa una prerogativa quasi totalitaria della Chiesa Cattolica i documenti venivano scritti in latino e su fogli di pergamena, costosa e non alla portata di tutti, i Monasteri diventano così il centro culturale delle società e i cittadini vengono amministrati dalla Chiesa, dal XIII secolo invece vediamo nascere i primi scritti in volgare, per il popolo, questo grazie all’avvento della carta, meno costosa.

Nonostante questo, nel medioevo ritorna in auge la tradizione orale. Il punto più alto viene toccato con la creazione della stampa a caratteri mobili nel 1455 da parte di Johannes Gutemberg.


Come la stampa ha cambiato la cultura


La stampa suscita un immediato entusiasmo, questa eccellenza tipografica ancora oggi traspira bellezza e sapienza, creando una vera e propria rivoluzione culturale.

Il primo libro stampato è stata la Bibbia in latino tradotta da San Girolamo, riuscendo così a produrre velocemente i manoscritti con un incremento di 180 copie in tre anni, il tempo che un monaco amanuense impiegava a scriverne una. 

Di queste copie ne rimangono al mondo solo 49 esemplari, tra cui due in mano alla Chiesa e una in mano a Bill Gates, la Bibbia era composta da 42 righe per foglio e aveva caratteri simili al gotico scritto a mano, suddivisi in due colonne a righe giustificate e segni di punteggiatura di dimensione variabile.

Si sostiene quindi che il primo mezzo di comunicazione di massa è stato il libro, seguito poi nell’800 dal giornale, poi dai film, la radio, la registrazione del suono, la tv e recentemente dalla comunicazione telefonica.

Le prime vere e proprie riviste si sviluppano agli inizi del 1600 a Vienna, Amsterdam, Londra e Parigi e a fine secolo si contavano tirature di circa 1500 copie al giorno, le testate giornalistiche lasciano spazio anche al cittadino, nascono così annunci pubblicitari e inserzioni a pagamento.


Elettronica


Con l’avvento dell’elettricità i mass media trovano nuovi modi per comunicare, dopo l’invenzione del telegrafo nel 1837, con segnali a lunga distanza fino a 1.600 metri con il telegrafo senza fili ed infine l’avvento del cellulare, si ha l’effettivo annullamento delle distanze, nascono così i new media, che dalla creazione del cinema a fine 1800 alle prime comunicazioni via radio nel 1920, si ha un’importante sviluppo che dopo la fine della seconda guerra mondiale non si è più arrestato, nascono i primi calcolatori elettronici realizzati dall’IBM per l’esercito statunitense, sviluppando così una rete globale utilizzando i satelliti, nasce la televisione negli Stati Uniti, che contribuisce alla distribuzione in massa delle notizie.

Nel 1981 fa la sua comparsa il personal computer, che grazie allo sviluppo socioeconomico ottiene un enorme successo, dato soprattutto dalla Apple che nel 1984 crea Macintosh, segnando indelebilmente la diffusione e il miglioramento dei dispositivi e della comunicazione fino ai giorni nostri.
 

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